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Trasposizione Storica dei Simulacri dei Santi Medici

photoclubalberobello.it/
Pubblicato da F.sco Pinto in mostra fotografica · 18 Settembre 2022
Tags: mostra
Passa il tempo, passano le generazioni. Ognuno trasmette ad altri le proprie conoscenze. È certo che questa generazione, come le precedenti, trasmetterà alle generazioni future la devozione dei Santi Medici. Nel desiderio di novità e di miglioramento, gli anni futuri vedranno certamente "la festa" in uno splendore sempre più bello ed attraente.
 
In tutti questi anni un particolare è rimasto sconosciuto a molti; si tratta della trasposizione dei simulacri dei Santi Medici dalla grande teca, sita nel transetto sinistro della basilica, alla nuova allocazione dietro l’altare maggiore. Dal 2004 questa operazione viene effettuata tramite una piccola processione alla presenza dei fedeli, mentre negli anni precedenti richiedeva l’intervento di maestranze specializzate in quanto i simulacri venivano smontati, trasportati a dorso d’uomo e rimontati, operazioni che venivano effettuati il 1 settembre, per il montaggio dietro l’altare ed il 31 ottobre per l’allocazione nella grande teca.
 
 
Questa estate, durante un’operazione di backup ho trovato i files scattati nel 2003 durante l’ultima trasposizione dei simulacri. Si tratta di un ricordo indelebile, i miei primi scatti con una camera digitale. La tecnologia digitale del tempo era ancora agli inizi per cui è stato necessario rivitalizzare tutte le foto con gli attuali software di post-produzione e successivamente convertiti in bianco e nero (B&N) questo perché il fascino del B&N è unico e senza tempo, il suo stile classico e minimalista resta uno dei più apprezzati nel mondo della fotografia.
 
Tra gli addetti ai lavori si dice che una fotografia in B&N è vicina ad una poesia perché, non essendo attratti dai colori che vedi, ti porta ad andare in profondità ad esplorare i minimi particolari, ti parla, ti racconta, ti sussurra qualcosa che supera l’immagine stessa.
 
           
La luce assoluta e la totale assenza di luce sono i due estremi della tavolozza del fotografo in B&N e all’interno un’infinità di sfumature di grigio. Il bianco si ottiene dalla somma di tutti i colori dello spettro elettromagnetico, psicologicamente rappresenta la purezza e dà una sensazione di pace, di luce e di positività ma anche il silenzio e di vuoto. Il nero è la totale assenza di colore, assorbe tutti i colori dello spettro ed è generalmente associato a fattori negativi, paura, senso dell’ignoto ma è anche il colore dell’eleganza che trasmette un senso di autorità e di sicurezza. Tra questi due confini si sviluppa la scala dei grigi che creano infinite sfumature che rendono le immagini interessanti, piacevoli e altamente nostalgiche che toccano i sentimenti più profondi.
La foto in B&N, per sua natura, si allontana dalla realtà perché la realtà è a colori e ciò rende automaticamente una foto in B&N una foto più astratta; è proprio la mancanza del colore che dà maggiore spazio all’interpretazione avvicinandosi ancora più alle opere d’arte. Ognuno di noi nel guardare queste foto ci metterà la propria anima, la propria storia e andrà oltre a ciò che vede. La magia del B&N consiste proprio nel permetterci di guardare usando altri sensi, perché dobbiamo togliere il colore al nostro modo di pensare.
 
Un’altra considerazione riguarda l’aspetto del contrasto e la gamma tonale, il primo rappresenta la differenza tra il valore più alto (ovvero il punto più luminoso della stessa) e il valore più basso (ovvero il punto più scuro) della luminosità nell’immagine mentre la gamma tonale indica l’estensione della scala dei grigi; la gamma tonale è il contrasto determinano sensazioni diverse, un forte contrasto trasmette all’immagine forza e dinamicità, la gamma tonale aiuta a trasmettere una maggiore profondità. Altro elemento importante riguarda l’attrazione degli elementi geometrici quali le linee e le forme geometriche. Queste costituiscono elementi di forte attrattività e guidano l’occhio di chi visualizza attraverso la composizione; nel B&N risultano ancor più grazie al contrasto tra le zone chiare e quelle scure.
 
Dopo Il 1° Corso di Fotografia per i ragazzi della scuola dell’obbligo e la pubblicazione del libro L’Opera di Antonio Curi per l’ultima dimora, cronistoria di un monumento, ed. AGA, Alberobello, la mostra fotografica di settembre, grazie alla collaborazione del Comitato Feste Patronali e della BCC Alberobello, Monopoli e Sammichele, del periodico locale La Piazza e della Pro Loco, rappresenterà la terza uscita pubblica in loco del Photoclub Alberobello. Auspichiamo, comunque, di vedere in questo paese un contenitore culturale arredato ad acta e attrezzato ad ospitare eventi culturali di arte visiva degno di una località turistica sempre più ambita da una clientela internazionale.
 


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